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Pesti-cidi peggio della peste

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La propaganda quotidiana convince contadini e consumatori moderni della necessità e non dannosità dei pesticidi, fissando una “dose massima consentita” di residui negli alimenti senza basi scientifica. Non si tiene conto, per esempio, dell’effetto combinato di diversi pesticidi sull’organismo, come del loro accumulo nel tempo, soprattutto nel ghiandole dell’apparato endocrino.

Nascosti dietro nomi come fitosanitari, prodotti fitofarmaceutici, edulcorato, contengono sostanze tossiche volte a distruggere la vita. Non a caso molti questi pesti-cidi (uccidi peste) contengono composti nati dall’impresa bellica fin dalla prima guerra mondiale, per creare armi sotto forma di gas, contro le convenzioni internazionali.

Effetti collaterali

Pesticidi ed erbicidi, si accumulano e restano nel corpo per anni (in particolar modo, i residui tossici contenuti nella carne sono più difficili da smaltire rispetto a quelli di frutta e verdura), provocando squilibri ormonali. Ciò porta a stanchezza, mancanza di adattabilità, tensione, diminuzione della fertilità, alterazione del ciclo mestruale, per citare solo alcuni degli effetti a lungo termine.

La ricerca

Lo studio del professore Luc Gaudreau, professore del Dipartimento di Biologia e ricercatore presso l’Istituto di ricerca sul cancro dell’Università di Sherbrooke (Ircus) si è concentrato su 5 pesticidi comunemente utilizzati: Clorpirifos, Linuron, Bromoxynil, Carbaryl, Tiabendazolo.

Effetto cocktail

A emergere è stata la tossicità per l’essere umano di questi prodotti anche in piccole dosi. La ricerca ha infatti dimostrato come un cocktail fatto di piccole dosi di diversi pesticidi può avere effetti ancora poco noti, ma sicuramente deleteri per le cellule umane. In particolare, il danneggiamento del DNA umano può far sorgere malattie anche gravi come il cancro. “Il cancro è una malattia legata soprattutto alla vecchiaia”, ritiene il professor Luc Gaudreau. “È difficile dimostrare che l’esposizione ai pesticidi possa provocare il cancro, perché sono tanti i fattori di impatto che possono risultare decisivi”.

Non è il primo studio a testimoniare la pericolosità dei pesticidi. Lo scorso anno, per esempio, l’Istituto Ramazzini realizzò lo studio più esteso mai realizzato sui pesticidi, mostrando l’alterazione del microbioma anche a dosi ritenute sicure in Europa (0,5 milligrammi/chilo peso). Questa alterazione aumenta con una maggior esposizione al glifosfato.

Conclusioni

E’ quindi bene rivedere le pratiche politiche ed agricole volte a ridurre l’utilizzo e l’esposizione ai pesticidi, al fine di proteggere la salute pubblica e la natura a cui siamo connessi. Ad ogni modo, un mondo biologico è possibile, basta tornare a fare la rotazione delle culture dei terreni, inserendo la canapa e associando le giuste colture. Nel frettempo, cerchiamo di mangiare biologico, per la nostra salute e per spostre il mercato e il mondo in quella direzione!!!

Riferimenti: https://www.greenme.it/, http://antropocene.it/, https://ilsalvagente.it/